Tommaso Tozzi - 1969 - 1989. Le radici dell'Hacktivism in Italia
600 pages
Text(s) by Tommaso Tozzi
29.5 x 23.4 cm
Language: Italian
Softcover
Publisher: Accademia di Belle Arti di Firenze
Edition of 150 copies
2019
1969 - 1989. Le radici dell'Hacktivism in Italia è una raccolta di documenti commentati che descrivono le principali radici dell’hacktivism in Italia. Il suo contenuto è una raccolta di materiali specifici su quell’insieme di movimenti che storicamente sono stati definiti in Italia come hackings ociale, hacktivism e cyberpunk (e che personalmente definirei hacker art). In tali movimenti vi è un’attitudine di fondo verso le questioni sociali che li rende più vicini alle correnti politiche e sindacali di origine marxista e anarchiche, che non alle correnti underground, artistiche, intellettuali e scientifiche che essi stessi hanno comunque attraversato.
La ricerca è nata con lo scopo di individuare le radici di tali culture cyberpunk e hacktivist in Italia. Avendo individuato la nascita di tali controculture intorno alla seconda metà degli anni Ottanta, su tale periodo è stato effettuato lo spoglio di alcune tra le principali testate giornalistiche di quel periodo: “Il Corriere della Sera”, “La Repubblica”, “L’Unità”, “Il Manifesto”, “L’Espresso”, “L’Europeo”.
I risultati di tali ricerche sono presentati, più o meno, nella seconda metà del libro, e si affiancano alla citazione di altri saggi recuperati da fanzine, libri e cataloghi di quello stesso periodo.
Il libro è però organizzato cronologicamente nell’arco di venti anni che vanno dal 1969 al 1989, in quanto l’analisi delle ricerche citate ha imposto di dover risalire di circa altri quindici anni, fino al 1969, nel tentativo di individuare i principali riferimenti e legami che emergevano dalla lettura dei suddetti saggi. Tale secondo studio occupa, all’incirca, la prima metà del libro.
Attraverso questo processo di approfondimenti storici, il testo è diventato uno studio non semplicemente delle controculture cyberpunk e hacktivist, ma anche di uno specifico aspetto dell’informatica e della telematica in Italia tra il 1969 e il 1989: la storia di coloro che hanno cercato di impedire in tali settori lo sviluppo del capitalismo e delle multinazionali.
Ciò che è emerso con chiarezza da tale ricerca è la matrice etica di tali controculture.
Tali controculture si caratterizzano in Italia per la realizzazione di alcune pratiche che ruotano intorno ad alcuni specifici ambiti: la difesa della privacy, come forma di partecipazione di ogni individuo al controllo della gestione della sfera sociale, nel tentativo di evitare forme di controllo finalizzate alla discriminazione sociale; ma, allo stesso tempo, la lotta alla proprietà privata, attraverso la lotta al copyright (che si unisce alla tutela di un principio di uguaglianza nella difesa dei diritti dei cittadini, che deve essere esteso dagli ambiti della vita reale a quelli della sfera virtuale); un principio di cooperazione e condivisione, che si mette in atto nella creazione di reti telematiche alternative, orizzontali e libere, sviluppate in quegli anni attraverso le cosiddette BBS (Bullettin Board System).
Privacy, controllo sociale, copyright, reti telematiche alternative e BBS sono dunque alcune tra le principali bandiere di una lotta finalizzata, come diceva il gruppo Decoder, a "far mettere le mani sopra la tecnologia"; il che significa rendere ogni cittadino protagonista di forme di autodeterminazione della propria vita, individuale e collettiva, comunque, in ogni caso di tipo bottom-up, cioè un movimento che parta dalla base, da ognuno di noi; una lotta che ha una centralità nei modi con cui le tecnologie sono mediatrici del nostro rapporto con la realtà e con la socialità. Tali lotte sono state alcune delle principali centralità delle nascenti culture hacker e cyberpunk in Italia.
Questo è il taglio con cui questo libro vuole individuare le radici di tali culture in Italia, lasciando come marginali, e in certi casi totalmente al di fuori, altri aspetti che si vorrebbero invece far diventare predominanti.
Il libro contiene l'analisi di alcune centinaia tra articoli e libri e moltissimi sono gli autori citati nelle circa 1.600 note presenti. Tra i tanti autori, tra cui figurano intellettuali, filosofi, sociologi, politici, giuristi, giornalisti, artisti, scienziati, oltre ad attivisti di svariati gruppi e movimenti, citiamo, solo come esempio:
Guido Martinotti, Stefano Rodotà, Paola Manacorda, Piero Brezzi, Marcello Cini, Luciano Gallino, Giovanni Berlinguer, Lucio Libertini, Franco Carlini, Benedetto Vecchi, Padre Ernesto Balducci, Franco “Bifo” Berardi, Pio Baldelli, Primo Moroni, Gruppo di studio I.B.M., Maurizio Torrealta, Toni Negri, Carlo Formenti, Aldo Bonomi, Franco Piperno, Christian Marazzi, Stefano Sansavini, Luciano “Luc Pac” Paccagnella, Marta McKenzie, “Decoder”, Raffaele “Raf” Scelsi, Ermanno “Gomma” Guarneri, Gianni “uVLSI” Mezza, Marco Philopat, Antonio Caronia, Daniele Brolli, Tommaso Tozzi, Helena Velena, Maurizio Mazzoneschi, Maurizio “Netdiver” Lucchini...